Ho visto il sole a Pechino

Ormai dalla mia visita sono passati più di 8 mesi, periodo in cui ho realizzato sempre di più quanto sia in realtà bellissima anche una città enormemente inquinata e casinista come Pechino.

Sono cresciuta con un disprezzo verso quegli occhi a mandorla (quelli che non facevano i turisti, per intenderci) che pareva quasi naturale, un po’ un corredo obbligatorio del buon Italiano Medio; era però un razzismo strano quello in cui sono cresciuta, per cui si parlava male dei cinesi ma si cercava di comprare sempre le scarpe da due lire fatte ovviamente da quelle parti là. Posso dire con orgoglio (?) che ho sempre cercato di evitare le cose contraffatte o palesemente importate irregolarmente, ma ormai qualsiasi cosa viene dalla Cina e sfuggirne è quasi impossibile.

Ora vedo le cose in un altro modo: continuo ad evitare come la peste i prodotti di dubbia provenienza, meglio comprarne meno evitando il consumismo, ma ho smesso di pensare negativamente nei confronti di questa grossissima fetta di orientali così moderni e retrogradi allo stesso tempo.

Ho avuto l’enorme fortuna di partire per Pechino in veste di ospite a casa di un’amica, Giada, che vive là da Gennaio 2015 grazie (o a causa) di un impiego presso uno studio di architettura piuttosto prestigioso – cosa che in Italia non c’era verso di trovare. La solita cosa: ti vogliono giovane (e ci siamo ✔ ), con esperienza (e c’eravamo pure lì ✔ ), GRATIS (e… Eh? ✖ ). Lei avrebbe accettato comunque pur di restare nel giro e farsi una buona gavetta, ma capitandole questa occasione ha pensato bene di non farsela scappare e tentare l’avventura verso l’altro Vecchio Mondo.

Dalla Puglia con furore, l’ho trovata super ambientata dopo 14 mesi di permanenza ed è stata una vera guida per me, non tanto in senso turistico quanto per la comprensione di quel mondo tanto diverso dal nostro; tutto è totalmente diverso da noi, o forse solo pieno zeppo di contrasti estremi: cellulari in mano a chiunque, ma tantissimi abitanti non hanno neppure il bagno in casa; oppure mezzi pubblici super moderni e comodi a poco prezzo, ma poi ti trovi a veder gente distinta che “scaracchia” a terra come un buon vecchio Clint Eastwood d’altri tempi col tabacco masticato… e potrei andare avanti ancora per molto.

Ho scoperto davvero un Mondo totalmente diverso dal nostro, un luogo super inquinato a causa della modernità che è arrivata troppo alla svelta senza dar tempo alle persone di adattarsi a questa nuova era.

Non parlo dell’igiene, delle unghie lunghe usate per pulirsi le orecchie o del continuo strombazzìo di clacson per strada, ma proprio della qualità della vita in generale e della consapevolezza che vedere il sole non può essere una fortuna. Vedere il sole a Pechino DEVE poter essere la normalità.

Purtroppo gli abitanti sono molto lontani dal rendersi conto di tutto questo e la situazione peggiora ogni giorno di più, confido nelle nuove generazioni e spero davvero che un giorno la smetteranno di usare quei riscaldamenti a tutta palla ed inizieranno a pensare ad altri modi per mantenere calda la casa.

A me è andata bene e il sole mi è mancato solo il 28 Marzo, per il resto ho sempre visto il cielo limpido ed i colori vivi dei Templi, dei fiori che riempivano i cortili dei palazzoni brutti, nei parchi pubblici inaspettatamente bellissimi e vivi, delle strade e della gente strana che le riempiva. Mi sentivo a mio agio in un luogo dove l’importante è che in qualche modo tu sia vestito, non interessa quasi a nessuno cosa ti sei messo addosso: maglioncini giallissimi con fuseaux leopardati e ballerine viola, o tute di ciniglia che sembrano pigiami, completi elegantissimi usciti fuori direttamente dalla Febbre del sabato sera, nonne con grembiuli e ciabatte, potrei andare avanti davvero per molto!

Ho avuto la fortuna di vivere per pochi giorni una Pechino abitata, non turistica, incrociando quasi esclusivamente occhi a mandorla e lasciandomi sbalordire da tutti i piccoli tesori che quella immensa città nasconde; per questo devo ringraziare immensamente Giada e gli amici italiani che ho conosciuto durante la mia breve vacanza. Mi piacerebbe tanto tornare e organizzare un vero viaggio, soprattutto nelle zone rurali, sono certa che lo farò e me lo godrò al massimo.

Per di più, erano passati solo 3 mesi dall’operazione che aveva messo in “pausa” tutto quanto; zoppicavo, la schiena mi faceva malissimo, ho sofferto le pene dell’inferno in aereo ed in giro per la città… non mi sono fatta sfuggire ugualmente l’occasione, già preparata con 9 mesi di anticipo, ma riviverla senza dolori sarebbe davvero meraviglioso.

Potrei scrivere altre mille parole su questa esperienza e sarebbero tutte diverse, ma temo che stuferei qualsiasi lettore che abbia voglia di avventurarsi su questo blog… quindi vi lascio qualche foto, solo alcune tra le tantissime che ho fatto.

Viaggiate!

Fede

P.S.  Passate a leggere qualcosa di Giada, lei spiega la sua esperienza molto meglio di me 🙂 https://giadasroad.wordpress.com/2016/06/21/go-with-the-flow/

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